Improvvisazione comunicativa al pianoforte

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Ogni strumento musicale presenta dei pregi e dei limiti. Per questo motivo gli strumenti sono molti, suddivisi in categorie (percussioni, fiato, corda) e famiglie (legni, archi, ottoni, membrane, regoli ecc.). Ciò di cui è fatta la musica va sotto il nome di: Ritmo, Melodia, Armonia. Il ritmo da solo non è ancora musica; il ritmo è il telaio su cui si regge una melodia; ogni melodia porta in sé l’armonia o più possibilità di realizzazione armonica; l’armonia è il fondamento sul quale si basa la musica stessa (J.P.Rameau).
Il vantaggio degli strumenti a tastiera ( pianoforte, organo) è quello di permettere, nella contemporaneità, ritmo, melodia, armonia. Si parla di strumenti musicali acustici, pertanto non di strumenti che producono artificialmente effetti sonori. Gli strumenti acustici producono onde vibratorie attraverso l’amplificazione delle casse di risonanza. Le casse di risonanza degli strumenti musicali acustici sono la riproduzione del Corpo Vibrante (l’essere umano). Soltanto gli strumenti musicali acustici possono far convibrare attraverso la risonanza corporea perché sono produttori di onde sonore e risuonatori.
Il pianoforte a mezza coda è strumento musicale a corda e percussione, nello stesso momento. La gamma dei suoni è estesa (da Hz 27,50 per il tasto più a sinistra fino ad Hz 4184 per l’ultimo tasto a destra). Una corda nel registro grave in un buon pianoforte produce fino a 120 suoni armonici.
La cassa armonica è in grado di coinvolgere nella risonanza anche il corpo di una persona adulta.
Nel percorso di formazione il musicoterapeuta prende coscienza del ruolo comunicativo che egli realizza suonando. Egli trova sulla tastiera, in ogni momento, quelle sonorità, quegli accordi (armonia), ritmi, melodie con i quali “parla”, guida, asseconda, accompagna, approva, reagisce ecc. secondo ciò che caratterizza il “noi” del dialogo. L’empatia prende corpo, prende suono attraverso l’improvvisazione comunicativa al pianoforte.
Mediante l’improvvisazione al pianoforte il musicoterapeuta dà senso a un gesto, ad un movimento, ad un modo di camminare, correre, vocalizzare. Egli risponde allo scotimento di un sonaglio, di strumento idiofono, al volteggio di un nastro, perfino al silenzio, all’attesa di uno sguardo creando un dialogo espressivo che precede e va oltre la parola.
L’improvvisazione al pianoforte risponde alle melodie, alle sonorità di un’arpa, di uno strumento a corda (violino, viola, violoncello, contrabbasso), di strumenti a fiato (tromba, corno, flauto, clarinetto ecc.), di strumenti a percussione (membrane, strumenti etnici ecc.), di strumentini idiofoni creando composizioni musicali estemporanee ricche di fascino.